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venerdì 12 aprile 2013

SONO STATE LE SPICE


Spice Girls. Chi non le ricorda? Gli idoli di noi teenager della 90's generation, e di coloro che ancora dovevano diventarlo. Fu sotto il loro magico influsso che riuscii ad ottenere i miei primi ed unici zatteroni in gomma, nonchè a disegnare i capezzoli a Barbie Principessa delle Fiabe, in cui "Fiabe", visti i risultati, avrebbe potuto benissimo scambiarsi con il nome di un legume.

Care ragazze innocenti, sono state le Spice a deviarci.
Non che ci sia qualcosa che non va, almeno per quanto riguarda me, ma nell'ottica in cui si stabilisce una retta via universale, tendenza non poco comune a questo mondo, allora temo che a deviarci da essa siano state proprio le Spice, e badate bene: le Spice, i nostri idoli, non gli spettacoli del Bagaglino o le immagini porno su internet da cui tanto ci avevano messe in guardia.
La vita, si sa, è fatta di cambiamenti: così come il bruco diventa farfalla, l'uovo del supermercato una frittata e Lindsay Lohan un druido del 50 a.C., le bambine si fanno donne in un processo chiamato adolescenza e durante il quale conosceranno le diverse funzioni della propria vagina*. E' proprio qui che le Spice Girls hanno un ruolo fondamentale, prima ancora delle Veline, di Britney Spears, di Valeria Marini. Esse sono, diciamo, il ponte immaginario che collega la spensieratezza infantile alle tette della Minetti. Sono l'innocenza in codini e scarpe da ginnastica che, gradatamente e subdolamente, si ossida diventando un'allegra tutina attillata con la pretesa di coprire troppa carne per la sua estensione.

Effetti collaterali della sessualizzazione.
Che disdetta, il Girl Power ci ha sessualizzate a dieci anni o poco meno. O forse doveva accadere, perché l'istinto sessuale, a quell'età latente ma presente, è insito alla nostra natura di sacre bovine da monta**. E' pur sempre quello che siamo, uno dei motivi principali per cui ... siamo così, dolcemente complicate, emozionate, delicate e se ci trasformiamo un po', (direi che) è per la voglia di copulare. Non esattamente voglia, è più una predisposizione biologica, presente in tutte le donne in svariate percentuali, spesso manifesta nei sogni porno che molte di noi non ammettono di fare e ovviamente, razionalizzata e incorporata alla lista di quei comportamenti "tipicamente femminili" che non ci sappiamo spiegare.
In sintesi e a prescindere dagli sculettamenti di chi le accompagna in questo, arriva un momento nella vita in cui le femmine si trasformano. Tendenzialmente, in vacche. E non è affatto una banalizzazione se si considera il fatto che oltre ad essere una vacca è possibile essere tantissime altre cose quali ad esempio, che ne so, professoressa dell'Università di Firenze, ginecologa fannullona e poco accomodante di un consultorio gratuito a Pistoia Oxford, oppure attrice, astronauta, imbianchina, muratrice ... oppure un'inimitabile Claire. Come presto saprete, io amo le vacche.
*Minni, la vagina è quella specie di apertura a forma di Occhio di Sauron dalla quale escono pipì, feti e pure altre cose se sei nel giro della droga. Come vanno le cose con Topolino? Tieni duro, la vostra è una storia che vale. Ah, e un abbraccio a Zia Topolinda, ho sentito che se la spassa di questi tempi. Oh, ma certo che poi ti spiego anche che cos'è il viagra. 
**Caro Fidanzato,
ci terrei a precisare che la metafora del bovino non mi è uscita certo fuori dopo aver letto il tuo oroscopo, bensì alla fine di una lunga serie di profonde riflessioni sociali e spirituali.
Comunque il Toro dice che stasera eros da urlo. 



Un sexy bacio a tutti i bovini,

Claire xoxo

mercoledì 3 aprile 2013

LA VERITA'


 Direi che un post al mese non è male come inizio. La colpa è anche vostra, che ve ne andate a commentare da Beppe Grillo e non da me. In verità, mi aspettavo un tappeto rosso srotolato davanti all'uscio di casa già da dopo il primo post. Non essendo ciò avvenuto, purtroppo ho dovuto fare uno sforzo di fantasia per immaginarmelo, solo che poi il tappeto si è trasformato in un ballerino di lambada che, giuro, non la voleva smettere di provarci con me*.

Bottiglie di whisky a parte (si fa per dire), oggi vorrei parlarvi della verità.



Pare che sulla verità i Latini siano stati discretamente produttivi. Uno di loro scrisse di quella volta in cui Alessandro Magno, adesso oggetto di numerose barzellette sul cibo**, catturò un pirata domandandogli come mai infestasse i mari. Il pirata rispose: "Io infesto i mari così come tu infesti la terra, ma poichè io lo faccio con una piccola imbarcazione vengo chiamato ladro e predone, mentre tu, che fai lo stesso con grandi eserciti e flotte, sei chiamato comandante supremo". Ale lo lasciò andare perchè, diamine, aveva ragione.
Attraverso questo ragionamento direi che uno può spiegarsi molti fenomeni di attualità, dai ripetuti elogi al sedere di Jennifer Lopez  al grandioso successo dello smalto color merda nel quadro delle obbrobriose sciccherie per donne. 
   
In base a questo, io potrei riuscire a farmi passare per chissà quale sventola megalitica tramite la gigantografia di cui sopra (ovviamente scattatami a sorpresa da un paparazzo mentre, ignara, ero intenta a riposarmi sullo schienale di una poltrona dopo aver effettuato un complesso lavoro di manutenzione all'impianto idraulico della mia dependance), ed essere in realtà l'Orso Fungo, un particolare tipo di orso conosciuto per la sua appendice nasale a forma di fungo (in effetti non si è ancora capito se si tratti di un orso, oppure di un enorme fungo dotato di appendice a forma di orso***).
Ovviamente sapete che se tutto questo con me è solo lontanamente ipotizzabile (motivi di perfezione congenita), è invece piuttosto probabile con tipe come Megan Fox o Angelina Jolie. La verità è una, insomma, ma ha versioni differenti, e dietro a una qualsiasi delle sue facciate può nascondersi un Orso Fungo.
*Caro Fidanzato, pensaci bene prima di abbandonare la lettura perchè: 1)finora, presumibilmente, costituisci metà del mio seguito in rete; 2)il ballerino di lambada ti somigliava tantissimo; 3)nonostante la somiglianza, ho subito capito che non si trattava di te (muoveva il didietro come Ricky Martin).
**con adesso, intendo in questo blog, e già rido ancor prima di trascriverle:
   Chi fu il re macedone più mangione? Alessandro Magno!
   Qual era il piatto preferito di Alessandro Magno? La Macedonia di frutta!
   La sorella di Alessandro lo avverte che sta per pranzare: "Alessandro, MAGNO!"
Mio Dio, non credo di poter continuare con questo blog.
***Praticamente la stessa cosa che tutti penserebbero di Barbara Streisand se non fosse dimagrita e diventata una super celebrità.
xoxoxoxoxoxoxoxoxoxoxo Claire
P.S. Naturalmente continuerò con questo blog. Il titolo stesso implica che io possa dire un sacco di balordaggini come quella ingrandita senza essere presa sul serio. Quindi non preoccuparti, Nonna, e non preoccuparti, Fidanzato.

sabato 16 marzo 2013

MESTRUOBOMB--La Bomba Mestruale


Eccoci giunti al momento delle delucidazioni.
Questo speciale mestruo-post è dedicato a chi ancora non ha afferrato il pieno senso di questo blog. Avete mai pensato di piantare un seme nel vostro giardino? 
Se un giorno lo faceste, considerereste il fatto che da questo seme possa nascere qualcosa di insolito, magari una specie di sequoia abitata da un tizio alto e cannibale e da una gallina dalle uova d’oro?
Vi siete mai chiesti come mai dalle uova d’oro non nascano pulcini d’oro e nello specifico, come mai non nasca nessun pulcino?
Io, una volta, rubai un uovo dal frigorifero e lo misi in una vestaglia con l’intento di farlo schiudere a suon di alitate**. Da piccola avevo una certa simpatia per le uova, ma questa venne per metà abbattuta quando scoprii che non da tutte le uova nascevano i pulcini.

[L’altra metà si correlava allo sfruttamento della mia omonimia con l’albume allo scopo di perpetrare inganni mal riusciti a genitori e cugini. Il che mi fa ipotizzare che forse, come capro espiatorio per le mie malefatte, avrei dovuto scegliere qualcosa di solido e di vivo.]

Le mie scoperte sulle uova mi portarono presto a ritenere le galline esseri sadici e disturbati. Raggiunta la pubertà, invece, mi resi conto di essere io stessa una gallina sadica e disturbata, le cui uova, pardon cellule-uovo, venivano soltanto espulse in maniera più disgustosa.
Da un certo periodo della tua vita in poi, essere femmina assume lati decisamente schifosi. Non basta dover fare la cacca regolarmente, doverti verniciare la faccia ogni giorno, dover estirpare fusti arborei dalle tue gambe e dagli angoli più remoti della tua vagina, c’è un’altra eterna condanna che pende sulla tua testa inbigodinata in base alla quale o sanguini, o incameri un marmocchio per un periodo non inferiore agli otto mesi.
Che cosa ho scelto io? Di certo non il marmocchio, e l’evento non ha per me alcun vantaggio se non quello di poter evitare la depilazione nelle zone sottostanti all’ombelico per un periodo di cinque giorni, in cui di solito mi viene l’idea di mettere la gonna o i pantaloni corti, rendendo così tutto inutile.
Ma sfatiamo insieme un po’ di miti.
   1)   Donna mestruata sempre incacchiata.
La donna, questa creatura diabolica. Incacchiata forse, ma mica sempre. Esistono, infatti, circostanze imprescindibili che metterebbero alla prova la pazienza di chiunque, ad esempio che so, essere circondata da un mucchio di gente che respira la tua aria e che sbatte sfacciatamente gli occhi di fronte a te. Per quanto privi di qualsiasi tipo di ritegno, niente ti autorizzerebbe ad augurar loro la micosi ascellare quanto un ciclo mestruale in atto. Provare odio a caso diventa così una piacevole libertà piuttosto che una conseguenza dell’erosione ovulare.
   2)   Donna mestruata donna agitata.
Non mi soffermerò a lungo su questo mito che già è stato abbattuto dal Dio Littizzetto quando, rivolgendosi ai creatori delle pubblicità degli assorbenti, chiese loro di smetterla di “farci fare la ruota, paracadutismo e arrampicate stile free-climbing” nei giorni del flusso. Dovresti ringraziarla, donna, è grazie a lei che il tuo uomo ha messo da parte quelle strane idee sul tuo orifizio posteriore.
  3)   Donna mestruata donna debilitata.
Queste dicerie sono alquanto contraddittorie. In ogni caso sono balle, una fighetta debilitata non sarebbe mai riuscita a scrivere un post magnifico come quello che sto scrivendo in questo momento.  
   4) Donna mestruata donna unta.
Parliamone. Oramai è scritto anche sugli assorbenti: NON E’ VERO che quando hai le tue cose non ti devi lavare i capelli. Essere unte, al giorno d’oggi, è una libera scelta. Se un giorno mi vedrete unta sarà perché avrò deciso di essere unta, e questo a prescindere dal mio odiato ciclo.
Per questo ho iniziato un blog, così posso dire a chi legge che ho il ciclo, e che lo odio con la stessa intensità con cui odio l’acaro, il tonno al naturale, le sigarette, l’università di Firenze e il bufalo cafro della Tanzania.
Non che io preferisca essere madre, anzi rifuggo i marmocchi così come la possibilità di averne. Potrei definirmi una specie di suora onanista, in questo senso. Il che ci rimanda alla domanda con cui è iniziato questo post, ovvero la versione plurale di “Hai mai pensato di piantare un seme nel tuo giardino?”, e la risposta è “Certo che ci ho pensato, e ho deciso che aderirò tanto al culto di Onan quanto alle teorie del Professor Lattico”. E adesso, venendo al tizio alto e cannibale:

Felicitazioni per il vostro ciclo, fine settimana o marmocchio. Scegliete voi.
Claire xoxo
 ** All’inizio avevo pensato di annaffiare una semplice piantina, ma dopo attente riflessioni conclusi che sicuramente mi sarei trovata meglio con un pulcino o qualcosa di simile. In effetti, le piante sono ben poco simpatiche ai bambini,  questo  per  una serie di comprovati motivi, ad esempio il fatto che non si possano inseguire brandendo una pistola ad acqua (e se anche fosse possibile, immagino sarebbe come minacciare Courtney Love con del Bourbon), oppure che non siano sufficientemente pericolose da provocare cicatrici serie di cui vantarsi con gli amici. Dico, avete mai sentito un bambino vantarsi di aver sbattuto contro un pesco noce? Sopravvivere alle beccate di un  pericoloso pulcino è decisamente più trasgressivo.

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