Eccoci giunti al momento delle delucidazioni.
Questo
speciale mestruo-post è dedicato a chi ancora non ha afferrato il pieno senso di questo blog.
Avete mai pensato di piantare un seme nel vostro
giardino?
Se un giorno lo faceste, considerereste il fatto che da questo
seme possa nascere qualcosa di insolito, magari una specie di sequoia abitata
da un tizio alto e cannibale e da una gallina dalle uova d’oro?
Vi siete mai chiesti come mai dalle uova d’oro non
nascano pulcini d’oro e nello specifico, come mai non nasca nessun pulcino?
Io, una volta, rubai un uovo dal frigorifero e lo misi in
una vestaglia con l’intento di farlo schiudere a suon di alitate**. Da piccola
avevo una certa simpatia per le uova, ma questa venne per metà abbattuta quando
scoprii che non da tutte le uova nascevano i pulcini. [L’altra metà si correlava allo sfruttamento della mia omonimia con l’albume allo scopo di perpetrare inganni mal riusciti a genitori e cugini. Il che mi fa ipotizzare che forse, come capro espiatorio per le mie malefatte, avrei dovuto scegliere qualcosa di solido e di vivo.]
Le mie scoperte sulle uova mi portarono presto a ritenere
le galline esseri sadici e disturbati. Raggiunta la pubertà, invece, mi resi
conto di essere io stessa una gallina sadica e disturbata, le cui uova, pardon cellule-uovo, venivano soltanto espulse
in maniera più disgustosa.
Da un certo periodo della tua vita in poi, essere femmina
assume lati decisamente schifosi. Non basta dover fare la cacca regolarmente, doverti
verniciare la faccia ogni giorno, dover estirpare fusti arborei dalle tue gambe
e dagli angoli più remoti della tua vagina, c’è un’altra eterna condanna che
pende sulla tua testa inbigodinata in base alla quale o sanguini, o incameri un
marmocchio per un periodo non inferiore agli otto mesi.
Che cosa ho scelto io? Di certo non il marmocchio, e
l’evento non ha per me alcun vantaggio se non quello di poter evitare la
depilazione nelle zone sottostanti all’ombelico per un periodo di cinque giorni,
in cui di solito mi viene l’idea di mettere la gonna o i pantaloni corti,
rendendo così tutto inutile.
1)
Donna mestruata sempre incacchiata.
La donna, questa creatura diabolica. Incacchiata forse,
ma mica sempre. Esistono, infatti, circostanze
imprescindibili che metterebbero alla prova la pazienza di chiunque, ad esempio
che so, essere circondata da un mucchio di gente che respira la tua aria e che
sbatte sfacciatamente gli occhi di fronte a te. Per quanto privi di qualsiasi
tipo di ritegno, niente ti autorizzerebbe ad augurar loro la micosi ascellare quanto
un ciclo mestruale in atto. Provare
odio a caso diventa così una piacevole libertà piuttosto che una conseguenza
dell’erosione ovulare.
2)
Donna mestruata donna agitata.
Non mi soffermerò a lungo su questo mito che già è stato abbattuto
dal Dio Littizzetto quando, rivolgendosi ai creatori delle pubblicità degli assorbenti,
chiese loro di smetterla di “farci fare la ruota, paracadutismo e arrampicate
stile free-climbing” nei giorni del flusso. Dovresti ringraziarla, donna, è
grazie a lei che il tuo uomo ha messo da parte quelle strane idee sul tuo
orifizio posteriore.
3)
Donna mestruata donna debilitata.
Queste dicerie sono alquanto contraddittorie. In ogni caso
sono balle, una fighetta debilitata non sarebbe mai riuscita a scrivere un post
magnifico come quello che sto scrivendo in questo momento.
4) Donna mestruata donna unta.
Parliamone. Oramai è scritto anche sugli assorbenti: NON
E’ VERO che quando hai le tue cose non ti devi lavare i capelli. Essere unte,
al giorno d’oggi, è una libera scelta. Se un giorno mi vedrete unta sarà perché avrò
deciso di essere unta, e questo a prescindere dal mio odiato ciclo.
Per questo ho iniziato un blog, così posso dire a chi
legge che ho il ciclo, e che lo odio con la stessa intensità con cui odio l’acaro,
il tonno al naturale, le sigarette, l’università di Firenze e il bufalo cafro
della Tanzania.
Non che io preferisca essere madre, anzi rifuggo i
marmocchi così come la possibilità di averne. Potrei definirmi una specie di suora
onanista, in questo senso. Il che ci rimanda alla domanda con cui è iniziato
questo post, ovvero la versione plurale di “Hai mai pensato di piantare un seme
nel tuo giardino?”, e la risposta è “Certo che ci ho pensato, e ho deciso che aderirò
tanto al culto di Onan quanto alle teorie del Professor Lattico”. E adesso, venendo al tizio alto e cannibale:
** All’inizio avevo pensato di annaffiare una semplice
piantina, ma dopo attente riflessioni conclusi che sicuramente mi sarei trovata
meglio con un pulcino o qualcosa di simile. In effetti, le piante sono ben poco
simpatiche ai bambini, questo per una
serie di comprovati motivi, ad esempio il fatto che non si possano inseguire
brandendo una pistola ad acqua (e se anche fosse possibile, immagino sarebbe
come minacciare Courtney Love con del Bourbon), oppure che non siano
sufficientemente pericolose da provocare cicatrici serie di cui vantarsi con
gli amici. Dico, avete mai sentito un bambino vantarsi di aver sbattuto contro
un pesco noce? Sopravvivere alle beccate di un pericoloso pulcino è decisamente più
trasgressivo.